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Letterina alla felicità e nuovo lavoro

In questo anno in cui ho poco da fare dal punto di vista dello studio, sto concentrando le mie energie nel lavoro: ho infatti trovato un piccolo lavoro nella mia città, un lavoro totalmente nuovo ma che mi piace per il solo fatto che nella vita secondo me bisogna sempre mettersi in gioco! si tratta di un lavoro di tre ore al giorno in un call center come venditrice di riviste di una conosciutissima casa editrice.
l'ambiente mi piace come mi piace molto il fatto che lo stipendio non vada a provvigioni bensì ci sia un fisso garantito. ovviamente un minimo bisogna saper vendere ma il fisso garantisce meno pressioni dal punto di vista psicologico se  per caso in una giornata si riescono a fare meno abbonamenti del solito.
finalmente ho trovato un modo per occupare un po' il tempo in questo periodo un po' morto
per il resto le giornate stanno passando abbastanza veloci di corsa vero il Natale ed io ho già  iniziato con gli addobbi natalizi..
Intanto vi rivelo un piccolo progetto che si sta concretizzando: sono circa due anni che sto scrivendo un libro sulla mia storia di malattia, due anni che lo rileggo, lo modifico, lo lascio li nel computer poi lo rileggo e lo ricorreggo.
negli scorsi mesi è giunta l'ora di pubblicarlo.. ho già scelto la copertina, il titolo.. ogni cosa e vi giuro che presto saprete anche come e dove acquistarlo! attendete qualche giorno e vi sarà tutto più chiaro.
Intanto proprio perchè si avvicina il Natale, vorrei condividere con voi un pezzettino del mio libro, una letterina che ho scritto in occasione del Natale 2011, poco dopo la fine delle terapie che ho dovuto sostenere:

S. Natale 2011

Lettera alla felicità.
È Natale ormai e a differenza degli altri anni per me questo assumerà un significato sicuramente diverso.
“Caro Dio, se davvero esisti e se sei buono come dicono, sicuramente avrai due minuti per ascoltarmi.”
Questo per me è stato un anno davvero difficile, ho incontrato tante persone sbagliate, abbiamo avuto problemi in famiglia, soprattutto a causa della malattia della nonna e poi la mia malattia che è arrivata bastarda e violenta a bussarmi alla porta di casa quel 28 Aprile.
Questi sei mesi sono stati i più duri della mia vita, ho dovuto sopportare una lunga chemioterapia che mi ha devastata fisicamente e psicologicamente e che ora ha ridotto i miei capelli in un taglio molto molto corto.
Ho dovuto fare i conti con continui esami del sangue, flebo e pastiglie di farmaci, ho visto e vissuto cose che un adolescente non dovrebbe mai vedere o vivere.
Ancora oggi quando varco la soglia del Dh di ematologia sto male.
Vedere tutti quei bambini cosi piccoli vivere le stesse cose che ho vissuto io..
Credo che per una ragazzina di 16 anni questo sia anche troppo.
Ho visto i miei genitori accompagnarmi ogni settimana in ospedale e stare insieme a me per 8 ore aspettando che finissero i farmaci per flebo, li ho visti consolarmi quando  questa estate piangevo e desideravo che tutto questo finisse al più presto.
Ora è passato un pochino di tempo da quando tutto questo è finito, i miei ricci piano piano cresceranno e il mio fisico per ora immuno depresso si riprenderà e starà meglio.
Caro Dio, fai in modo di portare una ventata di felicità e gioia a tutti quei bambini che stanno o hanno passato tutto questo affinchè possano guarire come me.
Per quanto riguarda la mia famiglia, cerca di fare in modo che questo anno nuovo possa essere migliore per tutti.”

Dopo avere scritto questa lettera, e avere bagnato il diario con le mie stesse lacrime, nel pomeriggio tutta la mia famiglia si è riunita nella casa di riposo dove alloggia la nonna per farle compagnia.
È triste la realtà degli ospedali e delle case di riposo a Natale, eppure sembra quasi che si respiri di più l’aria Natalizia qui dentro che in una casa con bambini che scartano felici i loro regali.
Se ripenso che in tutti i natali passati veniva sempre a casa nostra la nonna a mangiare con noi, a passare il tempo giocando a tombola, che quando la salutavo perché il papà la riaccompagnava a casa, ero sempre avvolta da quel suo profumo buonissimo e delicato che le avvolgeva il viso e la sua morbidissima pelliccia.
Adesso invece la vedo su una sedia a rotelle, magra, sciupata, quasi incosciente. Perché si, è sveglia, i suoi occhi scrutano  ma non realizza spesso quello che le succede intorno.
È Dicembre  ma dalla finestra vede il mare e le rose.
Oggi l’ho salutata e le ho poggiato la sua mano magra sui miei capelli appena ricresciuti:
“Nonna, senti come sono morbida?, sembro un pulcino”. Ma non so quanto di quelle mie parole abbia capito veramente.
Non lo so, tutto questo un tempo mi avrebbe fatta stare malissimo ed è cosi, eppure ora, dopo tutto quello che ho passato, sono come diventata di pietra. Ogni cosa, ogni emozione negativa non riesce a passarmi.
 Perché io non la lascio passare. Non permetto ad altro dolore di trapassarmi ancora.
Invece a volte il dolore avrebbe bisogno di essere assimilato.

Ora dopo tanto tempo mi accorgo delle cose che sono cambiate, la mia cara nonna che non c'è più, le cose belle che sono arrivate nella mia vita, la malattia che è un lontano ricordo ormai.. e leggo sorridendo e con un po' di malinconia certe frasi..

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