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bolle che isolano dal mondo e ci fanno sentire sempre e solo malati di cancro.

mi sono accorta nell'ultimo periodo, di quante cose siano cambiate intorno a me ma soprattutto di quanto sia cambiata io.
mi rendo conto di avere effettuato un vero e proprio passaggio dalla persona malata alla persona "guarita".
mi spiego: appena finite le terapie forse anche per il fatto che non ho mai dato ascolto ai consigli di chi mi diceva di andare dallo psicologo, sentivo il bisogno terribile e vitale di parlarne. ne parlavo con chiunque, sempre e solo di quello, appena leggevo un articolo di giornale in cui si parlava di tumore lo leggevo, mi piaceva interagire con ragazzi e persone adulte che avevano attraversato il mio percorso ( questo ancora adesso ma in maniera un po' diversa), andare in ospedale era per me diventata talmente un'abitudine che quasi mi "mancava". della serie che non dovrebbe mai mancare l'ospedale ad un adolescente. soprattutto della mia età.
mi accorgevo che mi piaceva in un certo senso restare in questa aura sottile che mi circondava e che separava me, malata o comunque appena uscita dal tunnel, dal mondo "normale". non mi sentivo pronta ad uscire da questa bolla, a scoppiarla e a dire: ok, sono io, sono qui e quello che ho passato ormai è passato.
questa bolla sono riuscita a scoppiarla solo di recente, direi nell'ultimo anno perchè mi sono resa conto che dopo la bellezza di tre anni, non potevo più rimanere intrappolata lì dentro ma che io sono "normale",sono guarita si può dire e che il mondo che mi circonda vale la pena di essere vissuto.
certo, i momenti no ci sono sempre, soprattutto quando sono legati alla sfera della malattia e allora lì ci sta di piangere se un amico non ce la fa, se la persona che ami sta male perchè sua madre deve fare chemioterapia, ci sta di tornare a casa con un buco nello stomaco dopo essere tornata in reparto per i controlli e vedersi passare di fronte, in poche ore e di nuovo come ogni 6 mesi, il proprio percorso.
ci sta di avere dei rimpianti o forse più che altro li definirei momenti di tristezza in cui ti dici: cazzo però, potevo essere una persona SANA come tutte le altre, no?!
ma poi vai avanti per la tua strada, cominci a capire che piano piano devi staccarti dal tuo passato e non rinnegarlo ma crearti una bolla d'ossigeno. ecco, si. rompere la bolla che ti separava da tutto e tutti e creartene una in cui puoi prendere una GRANDE boccata d'aria.
questa grande boccata d'aria è riuscita a dare una svolta alla mia vita, oggi incontro amici, persone della mia età e la prima cosa che mi viene da dire non è : ciao piancere, sono Debora e a 16 anni ho avuto un tumore ma quasi non lo svelo affatto.
questa boccata di ossigeno, oggi, mi ha permesso di lasciare crescere i miei capelli, di nuovo. senza lasciarli corti. perchè si sa, mi piacevo tremendamente ma ultimamente mi è venuto il sospetto che in parte, li tenessi così perchè non volevo accettare che era finita. era finita e il mio corpo stava "bene."
oggi, devo ringraziare questa bolla di ossigeno se con i miei coetanei parlo di tutto e di più e mi riservo di parlare di certi argomenti, solo con chi mi può capire davvero.


era un po' che non scrivevo un post bello lungo e consistente ma oggi avevo voglia di scrivere, scrivere, scrivere e penso non mi fermerò nemmeno qui.
sono agitata per l'esito del test di infermieristica che ho fatto ieri, felice perchè le mie due migliori amiche, nonostante l'aria che tira sono riuscite a trovare un lavoro o comunque la strada che le soddisfi davvero, sono un po' preoccupata per la madre del mio ragazzo ma comunque felicissima di poterli aiutare nel mio piccolo, quando serve e felice di stare stringendo un'amicizia sempre più bella con la mia amica Federica, autrice anche lei di un blog qua su internet http://ottantapassi.blogspot.it/.
insomma d'ora in poi la malattia voglio che abbia uno spazio ristretto nella mia vita. spazio da dedicare al blog ed esclusivamente a ciò che sento possa meritare il mio passato.

Commenti

  1. Credo che tu sappia che frequentavo il blog di Gabriele, forse no che gli scrivevo cose sul cellu della madre 2 o 3 volte al giorno negli ultimi mesi e che domenica 3 agosto presi il coraggio ed andai a conoscerlo a casa sua a Lissone. Morì alle 11,30 del giorno dopo.
    Il 5 agosto ho scritto sul suo blog di darmi una mano a trovare come occupare un certo mio tempo dopo pranzo sul lavoro (poi un giorno ti spiegherò) e dopo pochissimo ho incrociato il tuo blog. Infatti sono tornata sul suo e l'ho ringraziato, citando il tuo nome.
    Questa premessa è per dire che leggendo questo tuo post mi ha fatto pensare: ecco, Debora vive e scrive anche per Gabry. Sei una ragazza meravigliosa, hai un mondo dolcissimo e nello stesso tenace dentro di te. Capisco bene tutto quanto hai scritto: ancora oggi quando ogni 6 mesi varco lo ieo per i miei controlli, torno dentro alla bolla per un pò.
    Fatti crescere i capelli, balla, canta e sopratutto ...... ti auguro di mantenere questa splendida freschezza che trasmetti. Ti voglio bene.

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    1. Simonetta, questo tuo commento mi ha trasmesso una gioia pazzesca, tutti noi viviamo anche per chi purtroppo non c'è piu e questo ci spinge e ci da una carica in più.
      Gabriele era una persona meravigliosa e lo si vedeva lontano un km soprattutto dai suoi scritti, si. scrivo anche per lui. e per tutti quei ragazzi che non hanno avuto l'opportunità di vivere oltre i 20 anni. scrivo e vivo anche per loro.
      un abbraccio grande Simonetta!

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