Oscar e la dama in rosa.
stamattina ho deciso di concedermi un po' di riposo dallo studio così ho preso il pullman e sono andata in centro ed invece che dedicarmi al solito shopping sfrenato che faccio con le mie amiche di solito sono stata alla feltrinelli a rovistare tra i libri in cerca di qualcosa da leggere ( si, leggere è una delle mie passioni più grandi da praticamente una vita) e tra le mani mi è capitato un libricino di un certo Eric Emmanuel Schmitt, un drammaturgo e romanziere di fama internazionale intitolato "Oscar e la dama in rosa".
un libricino apparentemente singolare, poche pagine, scritto grande... un di quei libri insomma che si leggono in meno di un ora e decisamente molto poco impegnativo per una ragazza di 17 anni.
tuttavia sono stata colpita dalla trama:
Oscar è un bambino di 10 anni malato di leucemia in fase terminale, egli comprende il suo stato dimostrando una grande intelligenza ma non può parlarne con nessuno poiché i grandi per dispiacere e paura fanno finta che vada tutto bene. Solo l'anziana Nonna Rosa, un'infermiera dell'ospedale in cui è ricoverato il piccolo, intuisce la sua voglia di risposte. Nonna Rosa legge insieme ad Oscar leggende e incontri di lotta libera femminile, propone al piccolo di vivere dieci anni in un giorno e scrivere a Dio per raccontargli la sua vita e le sue emozioni, raccontando quello che trascorre ogni giorno.. Oscar accetta e immagina di vivere a vent'anni, a trenta, a quaranta e così via. Conosce nuovi sentimenti, perdona e riama i suoi genitori. A centodieci anni, dieci giorni dopo l'inizio del gioco, Oscar si addormenta per l'ultima volta, mentre i suoi genitori sono via con Nonna Rosa, per non farli soffrire a vederlo morire. L'ultima lettera la scrive Nonna Rosa, ed è piena di tristezza e malinconia.
Nonna rosa si accorge che Oscar negli ultimi 11 giorni di vita ha lasciato un biglietto sul comodino: Solo Dio ha il diritto di svegliarmi.
ho deciso di comprarlo e in 50 minuti, con gli occhi umidi di lacrime l'ho letto tutto.
mi sono ritrovata, leggendo un libro del genere, davanti agli occhi tutti gli scorsi 7 mesi della mia vita;costretta a fare avanti e indietro tra casa e ospedale (talvolta anche scuola) per colpa di una malattia dal nome piuttosto singolare, che ancora oggi credo sia poco conosciuta dalle persone: Linfoma di Hodjkin.
è un libro a mio parere che tutti dovrebbero leggere e comprendere davvero nel profondo perchè sa affrontare con coraggio e inventiva il profondo intreccio tra l'amore e la morte, è in grado di aprire gli occhi su di un mondo che ancora oggi fatichiamo a ricordare ed è un peccato perchè queste brutte malattie purtroppo esistono e non bisogna fare finta di niente.
insomma, un libro che mi è rimasto dentro, che credo di aver compreso in modo diverso rispetto a qualunque altra persona e che sicuramente finirà nello scaffale in mezzo ai miei libri preferiti per eccellenza.
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